Io, tra i bambini dell'Indonesia |
Airmadidi: 21 gennaio 2014
I miei quindici anni di sacerdozio «sono stati meravigliosi».
Ho svolto la mia missione cercando di portare a tutti la fratellanza e la solidarietà: ho cercato di stare vicino ai deboli e agli ammalati, ai giovani e ai ragazzi cercando di dare i consigli che ritenevo piu’ giusti.
Ho rivolto tanti sorrisi, regalato abbracci, pronunciato infinite volte parole di speranza e trasmesso coraggio a tutti coloro che soffrivano.
La passione sacerdotale non è mai mutata con gli anni.
Ora qui in Indonesia mi sono trovato a fare un’esperienza unica tra gente davvero povera e piena di vivacita’ e di entusiasmo.
Osservando questi sorrisi sinceri ho riflettuto sul mio essere prete, sugli sbagli che si fanno, sulle leggerezze che si usano e qui ho trovato l’ambiente giusto che mi ha fatto dire voglio continuare a fare del bene e lo voglio fare da laico, impegnato sempre nella missione di trasmettere parole che parlano di amore e che portano a Dio, ma voglio formare la mia famiglia e costruirla qui tra la poverta’, tra i sorrisi e in questa terra che mi ha fatto rivivere e mi ha fatto trovare la pace con me stesso.
So che diverse persone non capiranno questa mia scelta, ma vi dico solo questo: sono felice di poterla fare e di aver ritrovato la forza e l’energia che pian piano con gli anni avevo perso.
Accompagnatemi in questo momento come lo avete sempre fatto e ve ne sono grato.